L’instabilità di spalla può manifestarsi con dolore, sensazione di “fuoriuscita” o veri e propri episodi di lussazione. Scopri le cause più comuni, i sintomi e come riconoscerla per tempo.
Ti è mai capitato di sentire la spalla “uscire” o muoversi in modo anomalo durante un gesto sportivo o un movimento improvviso? Potrebbe trattarsi di instabilità di spalla, una condizione frequente, soprattutto nei giovani e negli sportivi, che può manifestarsi con episodi di dolore, sublussazione o vere e proprie lussazioni.
In questo articolo approfondiremo quali strutture garantiscono la stabilità della spalla, cosa succede quando si verifica una lussazione traumatica, quali sono i diversi tipi di instabilità e come si arriva a una corretta diagnosi.
Chi sono

Mi chiamo Paolo Trossarello e sono un medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia. Da oltre trent’anni mi occupo di curare e studiare le patologie della spalla e dell’anca, prima come dirigente medico presso l’Ospedale di Savigliano e oggi come libero professionista.
Nel corso della mia carriera ho avuto l’opportunità di perfezionarmi anche all’estero, al Centre Hospitalier Universitaire di Nizza, uno dei centri europei di riferimento per la chirurgia della spalla. Il mio lavoro nasce dal desiderio di aiutare le persone a recuperare il movimento, ridurre il dolore e tornare a una vita attiva e serena.
Credo in un approccio umano, attento e personalizzato, che metta sempre al centro la funzionalità e il benessere del paziente. In questo spazio condivido informazioni utili, esperienze e approfondimenti su come prendersi cura in modo consapevole della propria salute ortopedica.
Quali sono le strutture che assicurano la stabilità della spalla?
Le principali strutture ossee della spalla sono la scapola e l’estremità superiore dell’omero. Queste vengono mantenute congiunte ed affrontate dalla capsula articolare. Si tratta di un manicotto di tessuto fibroso che deve esser elastico (per conferire movimento alla articolazione, che altrimenti risulterebbe rigida) ma non troppo (perché altrimenti i due capi articolari non verrebbero tenuti debitamente affrontati). Oltre alla capsula interviene anche il cercine, una struttura elastica che circonda la superficie articolare della scapola per aumentarne l’estensione. Infine i tendini della cuffia dei rotatori (un gruppo di tendini piatti che si fondono tra loro a formare una “cuffia” che avvolge la superficie anteriore, posteriore e posteriore dell’articolazione della spalla) hanno un’importante azione nella stabilizzazione dell’articolazione.
Cosa è una lussazione traumatica di spalla?
Si tratta di una perdita dei normali rapporti che esistono tra la testa dell’omero e la scapola. Normalmente si tratta di un trauma che occorre con l’arto atteggiato nella postura che si assume per il movimento di lancio di un oggetto, ma non necessariamente. In questi casi la testa dell’omero perde permanentemente il contatto con la superficie articolare della scapola (la glena) e solitamente si porta al davanti di essa (lussazione anteriore), anche se raramente si porta posteriormente (lussazione posteriore).
Cosa è la lussazione recidivante della spalla?
Un episodio di lussazione traumatica non è necessariamente seguito da ulteriori episodi. Diventa “recidivante” quando al primo episodio ne seguono altri, non obbligatoriamente determinati da nuovi traumi. Può accadere che la spalla si lussi per banali movimenti, solitamente quello di retroposizione dell’arto con rotazione esterna (come quello che si compie eseguendo la “bracciata” nel nuoto oppure afferrando un oggetto sul sedile posteriore dell’auto).
Cosa si intende per instabilità di spalla?
Si intende la situazione sopra descritta di “lussazione abituale” ma non solo. In altri casi la spalla può manifestare una “microinstabilità”. In questi casi non si verifica una vera e propria lussazione, ma una sublussazione (cioè una lussazione incompleta) con sensazione soggettiva di instabilità. Talora infine la spalla non presenta chiari segni di instabilità, ma manifesta solo dolore. In questo caso si parla di “spalla dolorosa instabile”.
Perché una spalla diventa instabile? Quanti tipi di instabilità esistono?
Come già esposto, la causa più frequente è quella traumatica (queste forme vengono definite in gergo tecnico TUBS). In altri casi la spalla manifesta instabilità a causa delle caratteristiche intrinseche dei tessuti della capsula che, congenitamente troppo lassi, non sono in grado di fornire un’adeguata stabilità all’articolazione (queste forme vengono definite in gergo tecnico AMBRI). Infine esistono spalle che diventano instabili a causa di stress funzionali determinati da movimenti esasperati ripetuti che danneggiano le strutture capsulari. Quest’ultimo tipo di instabilità è tipico dei “lanciatori”, ossia di quegli atleti che eseguono ripetutamente il gesto atletico del lancio: pallavolisti, tennisti, lanciatori di baseball, giavellottisti, … (queste forme vengono definite in gergo tecnico AIOSS).
Quali sono gli individui a maggiore rischio di sviluppare una spalla instabile?
Solitamente, ma non è una regola, si tratta di individui giovani (generalmente under 30-35), sportivi, più frequentemente maschi. Le forme sopra descritte come TUBS richiedono una causa traumatica, mentre quelle denominate AMBRI si manifestano in individui caratterizzati da una particolare lassità legamentosa. Infine le forme AIOSS si sviluppano tipicamente in individui sportivi che compiono particolari gesti atletici (movimento del “lancio”).
Quali sintomi manifesta un paziente con spalla instabile?
Una spalla può manifestare instabilità in diversi modi. Il più classico e quello della lussazione recidivante già descritto in precedenza. Può però manifestarsi con episodi ripetuti di sublussazione. In questi casi l’individuo durante i movimenti di elevazione o retroposizione dell’arto, specialmente se associato a rotazione esterna, avverte che l’articolazione per un istante “tende a fuoriuscire” dalla normale sede. Infine l’individuo può semplicemente lamentare dolore, sovente sia in sede anteriore sia posteriore, durante l’esecuzione dei medesimi movimenti. In tali casi il medico, mediante esecuzione di opportune manovre durante la visita, è in grado di rilevare l’instabilità.
Come viene diagnosticata una instabilità di spalla?
La diagnosi viene posta sulla base di una accurata raccolta della storia clinica, dell’esame delle immagini radiografiche (che permettono di evidenziare la morfologia delle strutture ossee e di eventuali lesioni ossee traumatiche) e di accurato esame clinico. Questo può evidenziare ipotrofia muscolare, ma non necessariamente. Particolari test possono consentire di evidenziare l’instabilità. Una Risonanza Magnetica Nucleare con mezzo di contrasto intrarticolare può evidenziare la lesione del cercine o della capsula, ma molto sovente ciò non avviene. Infine una TAC può essere utile nei casi in cui sia necessario studiare la morfologia ossea della glena, specialmente in caso di lesioni ossee su questo versante della articolazione.
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